Pupurrì, ovvero una selezionata miscellanea di vecchi documenti del sarcasmo,dell'iconografia, e del verseggiare popolare, raccolti con amore nella speranza di suscitare interesse e piacere nel fiorentino, giovane e meno giovane, che ha voglia di riconoscersi nelle testimonianze di una cultura autoctona che gli appartiene.
Se consulti un dizionario della lingua italiana, alla voce pupurrì trovi scritto: «adattamento del francese pot-pourri», consignificato di accozzaglia, miscuglio, guazzabuglio di componenti assortiti. Il pupurrì che presentiamo è il risultato della scelta e del montaggio di reperti di archeologia della fiorentinità: archeologia del sarcasmo popolare, dell’iconografia popolare, del verseggiare popolare. Un pupurrì, pertanto, composto e insaporito di ingredienti appartenenti ad un ambito strettamente locale, corrispondente al territorio (da dichiarare “di origine controllata”) che si estende da Porta San Frediano a Porta San Niccolò, da Porta al Prato a Porta San Gallo, a Porta alla Croce.