L'appellativo di Sasso Misterioso fu dato a quel grande masso spaccato ai piedi del Castelletto dopo l'azione degli alpini del Val Chisone del 27-28 settembre 1915. Gli austriaci lo chiamavano Gelspaltener Fels - o Sasso Spaccato - e, con il Sasso Triangolare, faceva parte del loro sistema difensivo della testata di Val Travenanzes. In Uomini contro montagne, Renzo Boccardi lo chiamò "vero rebus di pietra, il Sasso Misterioso dovette il nuovo battesimo alla paurosa fatalità che gli permise di frustrare non solo ogni nostro tentativo di forzamento ma di 'succhiare', se si può usare questo verbo da naja, i suoi assalitori come un gorgo misterioso che più non li restituiva.
I diari di due ufficiali, il ten. Trevisan, vicentino e il cap. Baccon, piemontese, gettano uno squarcio di luce su quello che Boccardi in un suo libro chiamò “Vero rebus di pietra che permise di ‘succhiare’ i suoi assalitori come un gorgo misterioso che più non li restituiva”.
Siamo dalle parti del Falzarego ed è la guerra estrema con gli austriaci trincerati su posizioni inattaccabili e gli alpini chiamati a misurarsi col nemico e con la montagna. Ne esce un racconto avvincente, con momenti di alta drammaticità e di simpatico umorismo, come sempre accade tra giovani di vent’anni. Una bella scelta di foto arricchisce i testi in modo eloquente sulle difficoltà incontrate dai nostri alpini sulle Tofane.