Quelle del fante Settimio Damiani non sono memorie post belliche; egli è lì, al fronte, quasi un inviato speciale, che scrive di getto, nell'immediatezza degli avvenimenti. Il suo punto di vista è quello di un soldato di truppa che trasmette una visione del conflitto filtrata attraverso le piccole feritoie di una trincea nei giorni della spedizione punitiva o dal ricovero buio di una grotta durante la rotta di Caporetto o dalla lurida e pidocchiosa baracca nel terribile periodo di prigionia nei campi di concentramento tedeschi. Una esperienza significativa che abbraccia tutti i principali accadimenti del primo conflitto mondiale. L'opera alterna pagine originali del diario di Damiani con puntuali precisazioni e approfondimenti di carattere storico-tattico.