Vie di ghiaccio di estrema difficoltà, folli discese con gli sci lungo canaloni con inclinazioni di 60°, dove il minimo errore di valutazione non potrebbe essere che fatale, voli col deltaplano - monoposto o biposto - dalle cime più alte dell'Himalaya o delle Ande: ecco Jean-Marc Boivin offrirci una diversa dimensione dell'avventura, dove la motivazione principale è realizzarla perché ci piace. Così ci narra la storia di un uomo per il quale la vita ordinaria è sottotono e di conseguenza ha sempre bisogno della sua dose di arrampicata per ritrovare la gioia di vivere. Questa gioia si realizza particolarmente nel contatto, meglio, nel trovarsi faccia a faccia con il ghiaccio, questo ghiaccio che cambia sempre per il quale l'autore prova una reale attrazione, e sul quale può tracciare itinerari che non sono mai monotoni. Meglio ancora questa gioia si esprime nelle scalate solitarie: è soprattutto la, senza la sicurezza della corda che scorre tra i piedi, che si impara ha conoscersi a fondo, a valutare la propria forza di fronte alle difficoltà; è soprattutto la che si ottengono le ricompense più belle: il piacere istintivo, quasi animale di chi dà il meglio di sé stesso in questo formidabile gioco che è la propria vita.