Nella prima guerra mondiale migliaia di soldati italiani morirono per la Patria e centinaia di altri soldati per quella stessa Patria ebbero il «dovere» di morire giustiziati. È la tragica constatazione di questo lavoro che ricostruisce la vicenda di militari inviati al patibolo talvolta perché trasgressori di una crudele legge marziale, più spesso perché, pur rispettando quella legge, rappresentavano l'occasione ideale per incutere terrore e ridurre a cieca obbedienza le truppe di stanza sul fronte italiano. Talvolta fumare davanti a un ufficiale significò giocarsi la vita, altre volte fu sufficiente cedere alla paura della morte e sottrarsi alle armi, oppure ancora affidarsi al sogno di lasciare la trincea ricorrendo all'autolesionismo. Accadde anche per chi, poche ore prima di finire davanti al plotone, aveva portato a termine imprese eroiche degne di una medaglia.