La nascita dell’alpinismo viene solitamente collegata all’iniziativa di scienziati e naturalisti nel Settecento e alla curiosità di aristocratici e borghesi a partire dalla metà del secolo successivo. In realtà, tra la prima salita del Monte Bianco (1786) e la conquista del Cervino (1865), l’alpinismo attraversò una lunga fase di incubazione nella quale ebbero un ruolo importante i montanari, e tra di essi, in prima fila, preti e religiosi come Georges Carrel, promotore della valorizzazione turistica della Valle d’Aosta, don Giovanni Gnifetti, primo salitore della punta omonima sul Monte Rosa, Amé Gorret, protagonista della prima salita italiana al Cervino, e altri meno conosciuti. Erano uomini di montagna che avevano avuto un’istruzione superiore e che operarono istintivamente quella sintesi tra sensibilità romantica e curiosità razionale che contribuì a fondare le basi sportive e psicologiche del primo alpinismo.