La presenza della neve è la sola cosa importante per sciatori e "snowboarders": essi non desiderano altro che scendere da un qualsiasi pendio e divertirsi. Gli scalatori si affidano ai chiodi infissi nella roccia, gli alpinisti alle previsioni del tempo, gli amanti del ghiaccio solo a pochi attrezzi; tutti quanti poi in caso di emergenza estraggono dallo zaino il telefono cellulare , con cui da ogni parete, dirupo o cresta delle Alpi possono prontamente chiamare l'elicottero di salvataggio. "Viva la montagna!" Ridotte a scenario di un culto del corpo e della "performance" che costituisce una delle poche vie di fuga dell’immaginario cittadino, le Alpi stanno diventando un immenso parco giochi del rischio a pagamento, o più semplicemente il luogo indifferente di un turismo distratto e devastante. In funzione di questo turismo compaiono ovunque parcheggi, funivie, piste tracciate, sbarramenti contro le valanghe ecc. E insieme al numero dei «tossicomani del divertimento», aumentano gli incidenti. Da anni impegnato nella promozione di un più equilibrato e compatibile rapporto con la montagna, Messner denuncia qui quello che è sotto gli occhi di tutti e, lontano da qualsiasi fondamentalismo ambientalista, propone le sue ricette per salvare le Alpi (e l’alpinismo).