«Ho passato tutta la notte alzato perchè i russi sono venuti ad attaccarci in forza, ma a giorno se ne sono andati senza averci procurato un solo ferito nonostante l'impiego di artiglieria e mortai, mentre loro hanno lasciato morti e prigionieri.»
Lo chiamavano il Vecchio per l'età (aveva 52 anni ), ma soprattutto per il suo passato di combattente nella guerra di Libia del 1912 e nella Grande Guerra del 1915-18. Il colonnello Policarpo Chierici, comandante del battaglione Val Chiese, è per gli alpini una figura leggendaria non solo per le sue doti di ufficiale ma anche per la sua profonda umanità.
Il figlio Arnaldo, che con il padre ha combattuto in Russia, ha raccolto in queste pagine le lettere che il colonnello ha scritto alla moglie dal fronte di guerra. Resoconti di vita quotidiana del battaglione ma anche riflessioni di ordine storico e militare e tenere rassicurazioni sulle sorti del figlio, anch'egli alpino, che l'aveva seguito volontariamente da Rodi in Italia e quindi al fronte russo.
Nelle lettere di Chierici ritroviamo, tra l'altro una straordinaria cronaca della battaglia per l'occupazione di Nicolajewka raccontata momento per momento.