L'autore si rifà alle prime esperienze giovanili, quando, iniziato dal padre, imparò a conoscere e amare la montagna. Il ricordo degli anni lontani e la puntuale conoscenza dei luoghi, hanno dato lo spunto per una storia in cui affiorano emozioni vissute.
La vicenda di Stefano prende avvio nel periodo del dopoguerra, sullo sfondo delle montagne del Cadore, quando il vecchio trenino delle Dolomiti correva lungo la Valle del Boite. In anni in cui era ancora lontano il turismo di massa, il lavoro dei montanari era scandito da ritmi e consuetudini che si tramandavano da generazioni e generazioni: la fienagione, l'allevamento dei bovini, la pastorizia, la raccolta del legname, l'attività delle malghe.
L'Antelao, la montagna sulla quale qualche anno più tardi sarebbe accaduta una grave tragedia, ha suggerito la parte conclusiva del romanzo, preceduta da altri episodi avvolti in un alone di mistero, dove personaggi e luoghi conosciuti sbiadiscono nella fantasia del racconto.